IL RACCONTO DEI 110 ANNI DI STORIA DELLA SPAL E DELLE TAPPE PER RITROVARE LA SUA ITACA

Nel 2017 si sono piacevolmente sovrapposti due avvenimenti storici per la SPAL: il ritorno in Serie A dopo 49 anni di assenza e l’anniversario dei 110 anni.

Per un racconto che dia il giusto valore ad entrambi gli eventi, abbiamo voluto offrire al lettore un breve riassunto della storia di questa gloriosa società calcistica con un focus sul viaggio che ha riportato la SPAL ai vertici del calcio nazionale. Le tappe di questi ultimi 49 anni di storia biancazzurra ricordano il viaggio di Ulisse per tornare ad Itaca raccontato nell’Odissea, il grande poema epico di Omero.

È possibile offrire tale parallelismo, non solo per le similitudini delle due storie, ma anche per il ruolo della SPAL nell’immaginario collettivo dei tifosi ferraresi e il carattere eroico che avvolge da sempre i protagonisti della SPAL che hanno fatto la storia del club.

È bene sottolineare come tutte le tappe della storia della SPAL sono state importanti, in quanto hanno contribuito (contribuiscono e contribuiranno) a formare il racconto di una bellissima realtà di provincia spinta da sempre dalla sua città.

Se per Itaca volgi il tuo viaggio, fa voti che ti sia lunga la via, e colma di vicende e conoscenze. Non temere i Lestrigoni e i Ciclopi o Posidone incollerito: mai troverai tali mostri sulla via, se resta il tuo pensiero alto, e squisita è l’emozione che ti tocca il cuore e il corpo. Né Lestrigoni o Ciclopi né Posidone asprigno incontrerai, se non li rechi dentro, nel tuo cuore, se non li drizza il cuore innanzi a te. Konstantinos Kavafis

INTRODUZIONE (DAL 1907 AL 1945): LE ORIGINI E L’ATTIVITA’ DURANTE IL PERIODO BELLICO

Il nucleo originale di quella che sarebbe poi divenuta la SPAL vede la luce nel 1907 grazie ad un sacerdote salesiano, Pietro Acerbis, che fondò un circolo religioso-culturale dal nome Ars et Labor, successivamente trasformato in “Circolo Ars et Labor”, nel quale confluirono anche le attività sportive. I colori sociali adottati furono il bianco e l’azzurro. Nel 1912 il ramo sportivo si staccò dall’oratorio e si costituì in “Società Polisportiva Ars et Labor”.

La squadra di calcio giocò la prima partita ufficiale con la denominazione attuale contro la Triestina il 16 giugno 1919. Tra il 1920 e il 1925 la SPAL militò in Prima Categoria-Emilia (poi denominata Prima Divisione). In quel periodo, arrivarono già i primi risultati di rilievo e la sensazione che questo club potesse ambire ad una gloriosa storia sportiva, sia perché nel 1922 mancò l’accesso alla finale scudetto a causa della sconfitta nello spareggio contro la Sampierdarenese, sia perché iniziarono a transitare a Ferrara giocatori di rilievo come, ad esempio, Abdon Sgarbi e Aldo Barbieri

Nel 1929 però la SPAL non venne ammessa alla Serie A girone unico e, nel decennio successivo, andò incontro ad un periodo difficile, complicato da cambi di nome e colori sociali.

L’AVVENTO DEL MAGO DI CAMPAGNA E LA CONQUISTA DELLA SERIE A

Dopo la fine della Seconda Guerra Mondiale la SPAL tornò al suo affascinante acronimo e ai colori bianco-azzurro.

Spirito guida fu Paolo Mazza, una figura che rimarrà poi scolpita nella storia della città e del calcio italiano (fu persino CT della Nazionale azzurra ai Mondiali del ‘62). Allenò la Spal tra il ‘36 e il ’39 e divenne presidente nel 1946.

Sotto la sua gestione la SPAL conquistò la promozione in B e, nel 1951, con Antonio Janni allenatore e Giovanni Emiliani capitano, vinse il campionato cadetto accedendo per la prima volta in Serie A a Girone Unico.

La squadra nei primi due anni di serie A sorprese tutti concludendo i due campionati rispettivamente al 9^ e 8^ posto in classifica. Nonostante alcune annate complicate (in particolare si salvò con spareggio nel 53/54 e con ripescaggio nel 54/55) la SPAL riuscì a rimanere nella massima serie ben 13 anni consecutivi, togliendosi la soddisfazione di un grande quinto posto nel 59/60 e di una finale di Coppa Italia nel 1962 (persa contro il Napoli)

Oltre ai successi sportivi il Presidentissimo ebbe la capacità di scoprire, valorizzare e rivendere, qualora ce ne fosse bisogno, diversi giovani promesse. Ma non furono gli unici a passare per Ferrara; la SPAL, in quel periodo, era infatti una società ambita e capace di attirare calciatori con una carriera già consacrata, come ad esempio Massei.

Inoltre, perseguendo la valorizzazione delle risorse, venne inaugurato nel 1969 il Centro Sportivo, uno dei più innovativi per l’epoca, tutt’oggi sede degli allenamenti della prima squadra e del settore giovanile biancazzurro.

Nel 63/64 una stagione sfortunata portò la retrocessione in B ma l’anno dopo arrivò l’immediata risalita.

In quegli anni La SPAL mise in bacheca anche una vittoria del campionato Primavera di Serie B nel 1965 e un campionato De Martino nel 1968.

I biancazzurri rimasero altre tre stagioni nella massima serie, retrocedendo in B al termine della stagione 67/68.

TERRA DEI CICONI – 1968/69

Nella Terra dei Ciconi Ulisse, reduce dal combattimento di Troia, approda con le sue dodici navi per fare razzie ma, a causa della reazione degli abitanti, egli viene costretto a riprendere il mare.

La SPAL, nella stagione 68/69 e appena retrocessa in Serie B, nonostante ottime prospettive termina la stagione con l’inaspettata discesa in serie C.

TERRA DEI LOTOFAGI – Dal 1969 al 1976

Nel poema di Omero, una tempesta spinge le navi di Ulisse e la sua compagnia nella terra dei Lotofagi. I Lotofagi mangiano il Loto, un frutto che procura l’oblio. I compagni di Ulisse mangiano il loto e dimenticano il desiderio di tornare in patria. L’eroe, però, con la forza, li fa risalire sulle navi.

L’oblio in cui finì la SPAL in questo periodo: infatti, nonostante buone squadre e prestazioni, i biancazzurri giungono due volte secondi ed una terzi in Serie C, categoria in quegli anni “stretta” ai biancazzurri. Proprio quando il buio sembra prendere il sopravvento, la SPAL guidata da mister Caciagli torna in B e la affronta con vigore per tre stagioni consecutive.

TERRA DEI CICLOPI – Dal 1976/77 al 1989/90

Ulisse, spinto dalla curiosità, raggiunge la grotta di Polifemo e viene catturato insieme ai compagni dal gigante all’interno della sua caverna. Con l’astuzia libera sé e i compagni dal mostro ma durante la fuga commette un errore di presunzione rivelando al gigante la sua vera identità.

La curiosità è l’istinto che spinge una parte del consiglio direttivo a cambiare la storia della SPAL nel 1976/77, con la sfiducia a Paolo Mazza. Purtroppo, l’episodio contribuirà solamente all’inevitabile caduta dei biancazzurri in quella Serie C che tanto somiglia alla caverna di Polifemo.

Nel 1977/78 i biancazzurri si liberano dalle grinfie della Serie C e tornano in Serie B con una cavalcata trionfale e spettacolare.

Negli anni ’80, però, la SPAL commette errori di superbia in due circostanze: nel primo caso causano la nuova retrocessione in C1 nel 1981/82, nonostante ben altre ambizioni; nel secondo caso, dopo aver affrontato il primo campionato di C2, costano il ritorno nella terza serie nazionale, nonostante una formazione top per la categoria.

ISOLA DI EOLO – Dal 1990/91 al 1992/93

Ulisse e compagni vengono accolti dal signore dei venti Eolo, il quale dona all’eroe un otre dove sono racchiusi i venti contrari alla navigazione, offrendogli la possibilità di tornare rapidamente in patria. I compagni, però, convinti che l’otre contenga tesori, lo aprono scatenando una terribile tempesta.

Tra il 1990 e il 1992, la SPAL sembra ricevere l’otre contenente qualsiasi avversità: i biancazzurri volano e compiono due promozioni che li riportano in B, ad un passo dalla loro Itaca. L’entusiasmo è elevato e si pensa in grande: purtroppo al termine di un campionato di B molto complicato, arriva l’immediata retrocessione.

TERRA DEI LESTRIGONI – Dal 1993/94 al 1995/96

La tempesta generata porta Ulisse nella Terra dei Lestrigoni dove mostruosi cannibali distruggono tutte le navi tranne quella di Ulisse.

Nel triennio dal 1993 al 1996, la SPAL incontra cannibali come i playoff e in particolare il Como. I biancazzurri vi arrivano ben due volte venendo sconfitti in entrambe le circostanze dai lombardi.

TERRA DI CIRCE – Dal 1996/97 al 1997/98

Nella terra di Circe la maga compie un sortilegio verso i compagni di Ulisse. Il dio Ermes, però, salva l’eroe e i suoi compagni con un antidoto; Ulisse diventa l’amante di Circe e dichiara di voler restare sull’isola un anno. Alla fine i suoi uomini lo convincono a ripartire.

Dopo le delusioni degli anni precedenti, nel 1996/97 la SPAL riparte con poche risorse a disposizione, come Ulisse e le sue navi. I biancazzurri rimangono vittime degli scontri diretti di fine stagione. La SPAL, perdendo ai playout contro l’Alzano Virescit torna in C2, rimanendovi però solo un anno.

AVERNO, IL REGNO DEI MORTI – Vittoria COPPA ITALIA DI C 1999

Su consiglio della maga Circe, Ulisse approda nell’Averno, il regno dei morti, dove l’indovino Tiresia gli svela il suo futuro ritorno a Itaca.

Anche alla SPAL, nella stagione 1998/99, viene rivelato il futuro: dopo tante complicazioni arriva una buona annata che porta la vittoria della Coppa Italia di C.

NEL GOLFO DI SALERNO – Dal 1999/2000 al 2001/2002

Ripreso il cammino, Ulisse e compagni incontrano le Sirene; riusciranno a resistere ai loro canti grazie ai consigli della maga Circe.

A livello sportivo la SPAL d’inizio millennio conduce campionati anonimi; la resistenza avviene a livello societario. La proprietà, in difficoltà economiche, vende il club a Paolo Fabiano Pagliuso nel 2002 per permettere alla SPAL di continuare ad esistere.

SCILLA E CARIDDI – Dal 2002 al 2005

Ulisse e compagni attraversano lo stretto di Scilla e Cariddi costeggiando il promontorio di Scilla e neutralizzando i mostri a sei teste.

Anche la SPAL neutralizza il primo fallimento societario. Nel 2005 i biancazzurri vengono rilevati da Tomasi e ripartono nuovamente dalla Serie C2

ISOLA DEL SOLE – Dal 2005/2006 al 2012

Nell’isola del Sole Ulisse rimane solo perché i compagni, affamati, mangiano le vacche sacre facendo irritare Zeus, il quale scatena contro di loro una tempesta; dal naufragio si salva solo l’eroe.

La SPAL di Tomasi viene sconfitta due volte consecutive ai playoff (2007 e 2008) e durante l’estate del 2008 l’imprenditore comacchiese cede la mano a Cesare Butelli. Nella stessa estate il club viene ripescato in C1 riportando entusiasmo in città. La “fame” porta il club a sognare nuovamente palcoscenici prestigiosi senza averne reale possibilità: il naufragio è un nuovo fallimento societario che porta i biancazzurri a dover disputare per la prima volta il campionato di Serie D.

Itaca sembra impossibile da raggiungere…

ISOLA DI OGIGIA – 2012/2013

Giunto naufrago ad Ogigia, Ulisse viene avvicinato dalla ninfa Calipso che, invaghitasi di lui, gli impedisce per sette anni di riprendere il mare. Al settimo anno, però, grazie agli dèi, Ulisse lascia l’isola a bordo di una zattera

Il naufragio per il club arriva con la partecipazione al campionato di Serie D. Non saranno però sette gli anni che il club passerà in questa categoria; sarà uno, ma denso di accadimenti. La squadra sul campo dovrebbe lottare per il vertice ma la situazione societaria è delicata e i risultati sportivi ne risentono; la stagione termina senza sussulti al settimo posto.

Sarebbe necessario evitare di mescolare SACRO e PROFANO ma anche in questo caso la narrazione dei due racconti si interseca meravigliosamente. Nel momento più difficile della sua storia, infatti, quando Itaca sembra davvero lontana, anche la SPAL riceve il dono migliore che può essere dato ad un club: essere guidata da persone capaci di poter impostare un progetto sportivo serio e duraturo, che abbiano come volontà quella di riportare in alto i colori biancazzurri. Ciò succede nel luglio 2013 quando Benasciutti si accorda con la famiglia Colombarini, grazie alla mediazione del sindaco Tagliani. La SPAL, guidata dall’illuminato presidente Mattioli riparte dalla Lega Pro 2^Divisione.

La strada è lunga ma c’è la forza necessaria per affrontarla.

ISOLA DEI FEACI – 2013/2014

Ulisse durante il ritorno verso casa sbarca sull’isola dei Feaci e incontra Nausicaa, la figlia di re Alcìnoo. Dopo aver raccontato la sua storia al Re, questo decide di aiutare l’eroe e gli concede una nave per riprendere la navigazione.

Durante il primo anno della nuova gestione, arriva un piccolo appoggio da sfruttare per tornare finalmente e rapidamente ai massimi livelli: ciò avviene grazie alla riforma dei campionati di Lega Pro. Ai biancazzurri basta il sesto posto finale per tornare nella terza serie nazionale.

ITACA – SPAL IN A

A questo punto Ulisse riesce finalmente a tornare a casa. Per conquistare Itaca e riconquistare la moglie Penelope, egli si traveste da mendicante ed elimina i Proci grazie al superamento di una prova che solo lui è in grado di affrontare.

La SPAL, nella prima stagione in Lega Pro 2014/15, sfiora i playoff, ma si intravede il futuro roseo. Nelle due stagione seguenti la SPAL fa il miracolo.

Nel 2015/16 domina il campionato di Lega Pro (vincendo anche la Supercoppa di categoria), e torna in B dopo 23 anni.

L’entusiasmo è grande. La SPAL si conferma squadra di alto livello anche in B e dopo un cammino meraviglioso vince il campionato e supera l’ultima prova che la separa dalla sua Itaca: il 13 maggio 2017, allo stadio “Liberati” di Terni, la SPAL torna in SERIE A dopo 49 anni.